Uso e conoscenza delle attrezzature: lo stick


La prima cosa che viene in mente guardando uno stick, è che sia una frusta per cavalli.

In effetti per alcuni versi ci assomiglia, ma pensare che sia solo questo è assolutamente riduttivo. Vorrei quindi analizzare in questo articolo questo interessante strumento di lavoro e diffonderne una maggiore conoscenza sulle origini e il suo utilizzo.

Letteralmente tradotto, stick in inglese significa bastone e in effetti questo oggetto a differenza delle fruste tradizionali si presenta rigido e poco flessibile. Viene usato allora come bastone? …e soprattutto…si usa il bastone nell’addestramento???

Una teoria arcaica dell’addestramento si basava sul concetto di “bastone e carota” e sarà capitato a molti di vedere una vignetta raffigurante l’asino con una carota posta davanti al muso e il padrone dietro con il bastone!

Questa teoria sicuramente, e per fortuna,  si è evoluta, ma a mio avviso rappresenta il concetto di addestramento che in chiave moderna si basa su: pressione-non pressione, scomodità-comodità, ecc.

Pat Parelli all’inizio della sua carriera, prendendo spunto dai suoi mentori, fu l’ideatore di quello che è lo stick moderno e non ha caso volle originariamente dargli un colore arancio e chiamarlo carot-stick. Il nome e il colore fecero capire che non si trattava solo di una frusta ma di un oggetto che potesse diventare in qualche modo anche ‘carota’.

Il concetto fu rivoluzionario, perchè poter concepire una frusta come qualcosa di positivo per il cavallo, significava uscire dagli schemi tradizionali e cambiare prospettiva di pensiero nell’addestramento.

Con un unico oggetto si rappresentò lo stimolo e allo stesso tempo il premio o il rinforzo.

Questo strumento in pochi anni divenne famoso in tutto il mondo e divenne parte dell’equipaggiamento di molti altri horseman e addestratori. Solo per citare alcui nomi, Clinton Anderson, Jonathan Field, Warwick Schiller, Charles Wilhelm, ecc. ecc.

Le ragioni per cui ha fatto così successo sono molteplici e, per chi ne fa un uso corretto, è senza dubbio un ottimo strumento di comunicazione con il cavallo.

La prima caratteristica è quella di essere molto resistente e durevole nel tempo, perchè fatto in fibra di vetro e il punto di forza sta nel fatto che sia un oggetto versatile con molteplici funzioni di utilizzo.

( Se vuoi approfondire questo argomento clicca QUI e leggi l’articolo – Training a horse with handy sticks )

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L’idea nasce con lo scopo di poter in qualche modo estendere le nostre braccia per raggiungere e toccare il cavallo in ogni sua parte mantenendo una posizione da terra.

La lunghezza di circa un metro e venti degli stick standard in commercio ci permette di muovere il cavallo intorno a noi mantenendo una distanza di sicurezza che con il solo uso delle braccia sarebbe insufficiente.

L’utilizzo dello string (cordicella) ci permette di avere un’ulteriore prolungamento e quindi di poter lavorare con distanze superiori continuando ad avere sempre il cavallo sotto controllo.

Oltre allo string, all’anello dello stick si possono agganciare anche dei sacchetti di plastica per ottenere uno stimolo diverso nelle richieste che andremo a fare al cavallo ed entrambi questi accessori vengono usati molto per il procedimento di desensibilizzazione nell’addestramento e nella doma.

Il fatto che lo stick sia rigido ci permette di esercitare sul cavallo due tipi di pressioni e ci permette di farlo oscillare o ruotare agevolmente senza che si fletta.

Possiamo esercitare pressioni costanti attraverso il contatto, quindi spingendo il cavallo o pressioni ritmiche, per far muovere il cavallo senza toccarlo.

( Leggi QUI il mio articolo – Pressione costante Pressione ritmica )

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Lo stick serve inoltre a proteggere il nostro spazio personale e a far capire al cavallo le direzioni che deve prendere. Possiamo anche usarlo per premiare il cavallo, sfregandoglielo addosso con una sensazione di tatto simile alle dita della mano, che una frusta flessibile non potrebbe mai dare.

Nel lavoro del cavallo in libertà è molto utile per poter controllare il cavallo e non avere un eccessivo ingombro che ci limiti nei movimenti.

Ovviamente questo strumento può essere utilizzato non solo da terra ma anche in sella, per abituarsi a non avere le redini e utilizzare con più efficacia gli altri aiuti naturali, e impostare le basi della monta free-style e bridleless.

( Se vuoi approfondire questo argomento clicca QUI e leggi il mio articolo – Freestyle Bridleless Utilizzo degli stick )

Lo stick quindi, oltre a essere una valida scelta come strumento da lavoro, rappresenta anche la scelta di una filosofia e di un modo di pensare e agire con il cavallo.

 

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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