50 sfumature di grigio


Il titolo è preso da un famoso best-seller che si occupava di tutt’altro argomento ma è ottimo per rendere l’idea di quello che spesso le persone fanno per rendere difficile o incomprensibile la comunicazione  tra uomo e cavallo. L’espressione 50 sfumature di grigio infatti può rappresentare tutte le volte che chiediamo qualcosa in modo incomprensibile, discontinuo, creando in lui confusione, paura, disinteresse, generando nella sua mente una perplessità o un dubbio a cui non può dare risposta.

In alternativa esiste un’altro modo di porsi o di comunicare ed è la teoria del bianco o nero.

A mio avviso un modo valido se applicato correttamente. Dico correttamente perché spesso questa teoria è mal interpretata e praticata, e a causa di questo molte persone la disapprovano, soprattutto quando si esprime in modo troppo rigido o addirittura violento.

In questo articolo vorrei elencare cosa rappresenta per me il bianco e nero. Approfondire questo argomento e spiegare quale significato assume nel metodo di addestramento che applico. Metodo in cui questa teoria viene applicata con equilibrio, salvaguardando sempre la dignità del cavallo.

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“Bianco” sono tutte le volte che rendo la comprensione della mia richiesta il più semplice possibile.

Sono bianco quando comunico in modo chiaro e coerente e ottengo la fiducia, l’interesse e la collaborazione del cavallo.

Bianco è quando rendo facile la cosa giusta.

Essere bianco significa saper usare molto bene il linguaggio del corpo ed essere preciso nei movimenti, sia da terra che in sella.

Significa creare una dinamica di energia nell’applicare pressione, partendo e finendo l’azione in modo delicato ma mettendo nel mezzo la pressione necessaria per ottenere la risposta desiderata.

Bianco è quando ripeto una specifica richiesta sempre allo stesso modo, in maniera costante e nel tempo. Il cavallo deve avere chiaro quello che sto chiedendo e se cambio continuamente modo per chiedere una cosa, non è bianco.

Bianco significa non avere sbalzi di umore o di atteggiamento, significa avere un programma, un obiettivo da raggiungere e un metodo per farlo.

Bianco è far arrivare sempre il cavallo in una zona di confort in risposta a quello che stiamo chiedendo. Premiare ogni piccolo tentativo e miglioramento.

Bianco è quando il cavallo è tranquillo e rilassato, emotivamente sereno e si sente al sicuro e guidato.

 

“Nero” sono tutte le volte che rendo difficile la cosa sbagliata.

Quando chiedo l’attenzione e il rispetto a un cavallo che non collabora.

Un cavallo che mi rispetta potrebbe non fare sempre tutto giusto, ma è comunque un cavallo che sta cercando la risposta giusta.

Un cavallo che non mi rispetta invece, è un cavallo che non ci prova. Non gli importa di me, cerca di fare quello che vuole o di prendere da me solo quello che più gli aggrada. ( Ad esempio cibo, carezze, ecc.)

Nero è essere esigenti ma non critici o ingiusti. Creare un momento di scomodità o di temporaneo disagio al cavallo se non si stà impegnando a cercare una risposta.

Nero significa non tralasciare le iniziative indesiderate o i cattivi comportamenti, l’aggressività, la dominanza, i riflessi di opposizione.

Nero significa essere determinati, assertivi e ottenere una risposta senza mai essere aggressivi o violenti.

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Essere bianchi o neri è una responsabilità che ogni cavaliere o addestratore che ama il proprio cavallo dovrebbe assumersi, per migliorare il rapporto, stabilire una leadership e rendere la comunicazione il più semplice possibile.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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