” Timing ” : L’attimo giusto


 

Timing è la parola inglese usata nell’equitazione western, per esprimere quella dote di sensibilità, tempismo e sincronia che ogni buon cavaliere ed addestratore dovrebbe possedere.

Tutti gli sport di coppia richiedono affiatamento, coordinazione e tempismo con il proprio partner, uomo o animale che sia.

Con i cavalli, avere timing significa comprendere quand’ è il momento giusto per applicare un comando o una correzione, ma anche e soprattutto quando è il momento migliore di interrompere un’azione o una richiesta.

A tale proposito bisogna ricordare che i cavalli imparano impostando la base dell’addestramento sull’applicare e il togliere pressione. Di conseguenza, saper cogliere l’attimo giusto per alternare questi due aspetti non è cosa scontata. Fare propria questa sensibilità permette di facilitare la comprensione delle richieste, migliora la comunicazione, il rapporto e porta il cavallo ad essere più collaborativo e leggero da montare.

Avere una bocca morbida ad esempio è la conseguenza dell’aver esercitato il cavallo a mantenere un corpo morbido e del saper comunicare con le mani attraverso le redini.

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Impugnare le redini con due dita o delicatamente non porterà il cavallo ad essere leggero se il suo corpo rimane rigido e nemmeno se non si è in grado di percepire come applicare e rilasciare la trazione con le mani.

Un modo efficace è quello di applicare la pressione lentamente e rilasciarla velocemente quando il cavallo risponde nella maniera voluta.

Inoltre, non è detto che una trazione leggera funzioni sempre, anche se come regola generale vale il fatto di prendere il contatto con la bocca del cavallo delicatamente. 

Una volta preso il contatto infatti, se il cavallo non risponde ed è libero di portarci in giro, significa che non stiamo applicando una trazione sufficiente.

L’intensità giusta è quella che porta il cavallo a ragionare e a scegliere la cosa migliore da fare per togliersi la sensazione di disagio che gli stiamo provocando. Senza dubbio incide anche il tipo di imboccatura che stiamo usando, ma quello che ci permette di ottenere un cavallo collaborativo è il modo e il momento in cui togliamo la trazione.

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Nella monta western, quando parliamo di togliere, significa togliere completamente e non solamente allentare. Questo per quanto riguarda il modo, un particolare importante se ci si pone come obiettivo quello di montare con le redini lunghe e senza contatto.

Per quanto riguarda il momento invece, è necessario imparare a ‘sentire’ il cavallo e a rilasciare nell’esatto istante in cui il cavallo cede e ci dà quello che stiamo chiedendo.

Più velocemente si rilascia, più velocemente i cavalli capiscono cosa devono fare.

La stessa cosa naturalmente vale anche quando applichiamo pressione con le gambe.

Concludendo si può dire che avere un buon “timing” non è cosa semplice ma non è un aspetto da trascurare, anzi è un aspetto su cui porre l’attenzione e lavorare per aumentare la nostra conoscenza, esperienza e sensibilità nel trattare i cavalli.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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