Maledetta noia!


Ogni essere umano, così come ogni animale, per vivere una vita piena e soddisfacente ha bisogno di stimoli e di esperienze nuove. Ripetere ogni giorno le stesse identiche cose o passare molte ore a far nulla, porta invece a una sorta di apatia e pigrizia caratterizzata prevalentemente dalla noia.

A differenza però degli esseri umani, che autonomamente possono decidere quali strategie adottare per poter sfuggire a questi problemi, gli animali e in questo caso mi riferisco ai cavalli sportivi, dipendono solo ed esclusivamente dalle nostre scelte.

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La qualità di vita di un cavallo da sella, dipende solo ed eslusivamente dalle scelte che facciamo per lui. Dipende da come soddisfiamo i suoi bisogni primari, i suoi bisogni emozionali e i suoi bisogni cognitivi.

In questo articoli vorrei occuparmi dei bisogni cognitivi del cavallo e cioè del suo bisogno ad esercitare la sua parte mentale.

Nell’equitazione solitamente questa parte viene associata all’addestramento e cioè a tutti quegli stimoli che l’uomo impartisce al cavallo per ottenere una risposta. Stimoli che il cavallo apprende ed elabora con il suo cervello.

La parte che invece viene sottovalutata, è quella riguardante il bisogno che ha il cavallo di variare gli stimoli frequentemente per mantenere una mente fresca e interessata.

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Durante la mia esperienza ho potuto notare come molti cavalli inizino ad avere un carattere acido e scontroso proprio a causa di alcune abitudini e in base al tipo di lavoro a cui vengono sottoposti.

Cerchi ripetuti fino alla nausea sono uno degli esempi del male comune di molti cavalli:

Molti cavalieri, per riscaldare i loro cavalli prima di montare o per far scaricare loro l’eccessiva energia accumulata nelle molte ore di box, adottano come consuetudine girare il cavallo in cerchio alla longia.

(Clicca QUI e leggi l’articolo: Scarichiamo bene il cavallo alla longia)

Poi, come se non bastasse, eseguono come parte consistente dell’allenamento in sella molti cerchi al galoppo.Girare in cerchio significa non avere nessuna meta da raggiungere e soprattutto non avere nessuno scopo e questo risulta essere terribilmente noioso per il cavallo.

Sabbia e barriere, il lavoro estenuante di molti saltatori:

La propensione naturale del cavallo al salto è spesso trasformata in un vero incubo. La vita di alcuni cavalli saltatori si basa esclusivamente sul provare e riprovare a saltare barriere, siepi, riviere, ecc.ecc.

Spesso per giustificare estenuanti allenamenti, si sente dire che ai cavalli piace saltare… ma a voi piacerebbe fare la stessa cosa ogni giorno della vostra vita o iniziereste a sentire l’esigenza di fare anche qualcosa di diverso???

La ‘malattia’ del reining:

Non da meno è la vita dei cavalli da reining, costretti a ripetere ogni giorno le manovre che questa disciplina richiede. Spin, stop, cambi di galoppo, ecc. ecc. sembrano essere l’unico lavoro che devono affrontare per poter migliorare e tenersi allenati. Ma sarà davvero cosi ???

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Io credo che i cavalli meritino molto di più!

Credo che per fargli mettere il cuore in quello che fanno ed ottenere comunque degli ottimi risultati, sia necessario farli stare bene e rendergli il lavoro il più stimolante possibile.

Penso che una ripetizione frequente o giornaliera degli esercizi sia necessaria solo quando intendiamo insegnare a un cavallo qualcosa di nuovo. Dopodiché quando ha capito il concetto di quello che vogliamo da lui, il perfezionamento e l’allenamento fisico lo possiamo diluire nel tempo, proponendo gli esercizi che già conosce saltuariamente, premiandolo a ogni piccolo miglioramento e variando il più possibile il programma.

Il lavoro da terra alla corda e in libertà, il lavoro in sella in arena e all’aria aperta, sono tutte varianti in cui possiamo ‘muovere’ il cavallo, per migliorare il nostro rapporto con lui, per creare una costante motivazione e allo stesso tempo per prepararlo a qualsiasi tipo di attività, creando un valore aggiunto e non un limite.

Variare gli esercizi e svilupparli in più campi, come nel metodo Gabrielecavalli, è un modo per soddisfare la parte cognitiva del cavallo e mantenere in salute la sua voglia di apprendere e di collaborare.

Tutto il resto è noia 🙂

 

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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