Rapporto uomo/cavallo – La fiducia


Avete mai visto una tigre o un leone diventare il capobranco di un gregge di pecore o di un branco di zebre???

Sicuramente no!!!

In natura non si è mai visto una preda fidarsi di un predatore… e perché allora il cavallo dovrebbe fidarsi di noi???

Il concetto di preda e predatore, tanto famoso in alcune filosofie equestri negli ultimi anni, sembra essere divenuto un caposaldo con il quale dare spiegazione a tutte le differenze e difficoltà di rapporto tra uomo e cavallo. Ma siamo sicuri che si basi tutto su questo???

Non si può negare che l’uomo possegga delle caratteristiche che lo identifichino nella categoria dei predatori se paragonato a un animale, ma  secondo voi i cavalli ci vedono davvero come animali affamati e pericolosi?

Come si può spiegare che una preda di tale dimensioni abbia imparato a convivere e si sia adattata all’uomo accettando di sottomettersi e collaborare, quando in realtà oltre a temerlo, se solo volesse potrebbe ucciderlo in qualsiasi momento??

Esistono molte teorie a riguardo, alcune interessanti e alcune ridicole, ma ognuno è libero di credere quello che vuole.

Qualcuno lo intende come un fenomeno magico, mistico, paragonabile allo stesso motivo per il quale il cavallo sia privo di denti nella parte centrale della bocca. Un misterioso adattamento per accogliere l’imboccatura, quasi a prevedere un’unione inevitabile.

Altri sostengono che si tratti semplicemente dell’evoluzione dell’uomo e degli animali divenuti per così dire domestici. Un’evoluzione naturale in cui l’uomo è riuscito a sviluppare una forma di comunicazione idonea per trattare con alcune specie animali piuttosto che con altre.

Altri ancora credono che il cavallo come preda, non si renda conto delle proprie potenzialità fisiche e che questo lo porti a sottomettersi perché fa parte della sua indole.

A mio avviso, quello che è certo, è che per poter instaurare un rapporto con un cavallo, la prima cosa necessaria è la fiducia.

Sapere che questo è basilare ed è possibile, credo vada oltre a un discorso di caratteristiche fisiche o classificazioni animali,  di odori della pelle o di occhi in posizione frontale, ecc. credo più che la fiducia si basi su una questione di comportamento, di gestualità, di scambio di energie e di emozioni.

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La fiducia deve essere reciproca. Deve emanare sensazioni positive da entrambe le parti.

Deve esprimere la volontà di entrare in contatto senza riserve, senza inganni, con sincerità e nel modo più gentile e naturale possibile.

Questo vale anche per il rapporto tra predatore e predatore (es. Tra uomo e cane)

Come può un cavallo fidarsi di noi se manifestiamo ansia o paura. Come può voler collaborare se le nostre emozioni esprimono rabbia. Come può capirci e fidarsi se abbiamo un comportamento aggressivo e ci muoviamo velocemente intorno a lui. Non può, così come facciamo per istinto tra di noi umani!

La fiducia arriva quando siamo calmi, gentili, lenti e chiari nei movimenti.

Quando conosciamo il linguaggio del corpo e il saper occupare gli spazi attorno al cavallo.

Quando siamo sicuri di noi e determinati ma allo stesso tempo rassicuranti ed equilibrati.

La fiducia non è ‘qualcosa’ che si ottiene una volta e poi si conserva da sola a vita.

La fiducia si conquista all’inizio di un rapporto e va poi alimentata e mantenuta ogni giorno.

La fiducia è partire con l’atteggiamento giusto e poi far crescere la conoscenza reciproca e l’unione.

 

La fiducia prima di tutto… e poi il resto!

 

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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