Mental coach – Allenarsi con metodo


Allenarsi significa ripetere più volte un’ attività, un gesto, un’azione, ecc. al fine di migliorare una prestazione, ma non è detto che questo avvenga semplicemente tramite la ripetizione.

Il mio motto è: i risultati non si ottengono facendo tanta pratica ma facendo una buona pratica!

Il talento e la predisposizione di ogni soggetto possono accelerare o facilitare le cose, ma a mio avviso gli elementi che fanno realmente migliorare sono principalmente tre:

  • Avere un programma di lavoro
  • Eseguire le cose con metodo
  • Evitare di ripetere sempre gli stessi errori

Ogni buon cavaliere, in base a ciò che vuole realizzare con il proprio cavallo, dovrebbe seguire un programma e lavorare per obiettivi.

Non importa quale sia l’obiettivo, potrebbe essere partecipare a delle gare o semplicemente migliorare la relazione con il cavallo, ampliare ed approfondire il lavoro da terra (alla corda o in libertà), preparare un cavallo da trekking, fare una doma, e così via ognuno deve trovare il suo e tutti sono ugualmente validi e rispettabili. L’importante è rispettare il cavallo, essere motivati e divertirsi in quello che si fa.

La libera interpretazione nel vivere il cavallo e il sano confronto delle attività, sono a mio avviso il miglior modo per far crescere l’equitazione.

Stabilito l’obiettivo è la volta di “scendere in campo” ma una buona abitudine è quella di avere chiaro in mente cosa si vuole raggiungere nel tempo e quello che invece si andrà a fare quel giorno.

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( Se vuoi approfondire l’argomento ‘allenamento del cavallo’ clicca QUI e leggi l’articolo – La preparazione atletica del cavallo sportivo )

La mia sessione di allenamento inizia sempre con 10/15 minuti di riscaldamento, successivamente si sviluppa in una parte centrale, dove pratico uno o massimo due esercizi per lavorare il cavallo dove è più carente e finisce con una parte di defaticamento e rilassamento in cui eseguo semplici esercizi che il cavallo sa già fare.

E’ mia consuetudine terminare ogni sessione con un esercizio semplice e appagante, in modo da lasciare al cavallo una sensazione positiva del lavoro fatto quel giorno.

Certo, nella fase centrale della sessione possono esserci dei contrasti dovuti a incomprensione o resistenze ma l’importante è finire ed iniziare la sessione in modo sereno e tranquillo, con il cavallo che si sente a suo agio in quello che sta facendo.

Decidere prima della sessione cosa fare e dedicare una parte di allenamento alle cose che il cavallo deve ancora imparare o non sa fare bene, è l’unico modo per migliorare.

Anche se il cavallo apprende per ripetizione e associazione, ripetere sempre lo stesso programma o per troppo tempo, non potrà mai portare a una crescita e a uno sviluppo psico-fisico.

Dico questo perché mi capita di conoscere molte persone che per paura di sbagliare o di entrare in contrasto con il cavallo, ogni giorno ripetono solo ed esclusivamente gli esercizi che già sanno.

La maggior parte delle persone ama ripetere le cose che gli riescono bene e non affronta mai quelle in cui si trova in difficoltà, ma questo crea dei limiti e porta il cavallo ad annoiarsi, compromettendo con l’andare del tempo la sua salute fisica, mentale ed emotiva.

Chi dovesse trovarsi in questa situazione è meglio che si faccia seguire da un professionista. Un istruttore o un addestratore che sappia ispirare, motivare e portare le persone a migliorare gradualmente facendole sopratutto divertire.

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Sia per il lavoro da terra che per quello in sella un aspetto da non sottovalutare è il riscaldamento del cavallo prima del lavoro.

Ogni buon ‘atleta’ ha bisogno di riscaldare i muscoli prima di impegnarli, e di distenderli e rilassarli una volta terminata l’attività. Una condizione necessaria per diminuire il rischio di infortunio e preservare la forma fisica ideale.

Con il riscaldamento inoltre abbiamo la possibilità di capire in che condizione fisica, mentale ed emotiva si trova il nostro cavallo quel giorno.

Possiamo riscaldare l’animale con il lavoro da terra o direttamente in sella, oppure semplicemente massaggiandolo con qualche pomata riscaldante, purché si sappia come fare e cosa scegliere.

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Lavorando il cavallo alla corda ad esempio, possiamo scoprire se quel giorno presenta dei dolori fisici o delle rigidità, possiamo verificare qual’è il suo livello di energia e capiamo se mentalmente ed emotivamente è predisposto al lavoro o meno.

Personalmente, anche se per ogni sessione di allenamento ho un programma prestabilito, a seconda di come reagisce il mio cavallo durante il riscaldamento, lo modifico per concentrarmi su ciò di cui ha più bisogno quel giorno.

Cerco di sintonizzarmi con quello che mi sta dicendo il cavallo e modifico il mio lavoro al fine di far ‘sintonizzare’ il cavallo con me.

I cavalli come le persone non hanno tutte le giornate uguali e nell’ allenamento bisogna sapersi adattare, quando è necessario, alle esigenze del cavallo, senza perdere di vista l’obiettivo finale.

Allenarsi è la base di ogni sport ma allenarsi con metodo è la base di ogni buon risultato.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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