Lavoro da terra – Esercizio in zona 5 1


Uno degli obiettivi del metodo Gabrielecavalli è quello di togliere al cavallo tutti i riflessi di opposizione e di insegnargli a seguire qualsiasi comando o suggerimento gli venga proposto dall’uomo, rispondendo prontamente ma senza paure, alla minima pressione o sollecitazione. Un metodo divertente e appagante per rendere il nostro cavallo collaborativo e volenteroso.

Suddividiamo le aree di lavoro da terra in 5 zone.

Zona 1 – si trova davanti al muso del cavallo

Zona 2 – interagisce con la testa e il collo

Zona 3 – interagisce con le spalle e il tronco

Zona 4 – interagisce con le anche e il posteriore

Zona 5 – si trova dietro la coda del cavallo

Tirare la coda del cavallo, significa agire in Zona 5.
Lavorare il cavallo in questa posizione e restare attaccati al suo posteriore, significa aver instaurato con lui un buon livello di fiducia e collaborazione, ma fare questo esercizio e arrivare a questo livello può essere alla portata di qualsiasi cavallo e di qualsiasi cavaliere.

Tutti sappiamo, che in questa posizione, ci esponiamo al rischio di farci colpire con gli arti posteriore e che il calcio del cavallo può essere mortale, ma a mio avviso, il timore del posteriore, che ancora oggi viene inculcato in tanti maneggi, è solo il frutto di poca conoscenza e di un cattivo addestramento del cavallo in generale!

Se un cavallo volesse, potrebbe attaccarci mortalmente anche con la parte anteriore, mordendo o rampando e non è detto che debba per forza farlo con gli arti posteriori.

E’ vero che il rischio di stare dietro al sedere e di prendere un calcio, potrebbe aumentare in certe situazioni: con la presenza di mosche o tafani – quando abbiamo a che fare con una fattrice che protegge il suo puledrino – in presenza di uno stallone molto territoriale, o ancora – quando un cavallo ha paura – quando non vuole farsi pulire gli zoccoli, ecc. ecc.

Può capitare, ma questi sono casi particolari e non dovremmo temere il posteriore del cavallo a prescindere.

Possiamo invece abbassare il rischio con il giusto approccio e un buon addestramento del cavallo.

I cavalli, in natura amano il contatto fisico con i loro simili. Comunicano tra di loro spingendosi e toccandosi e spesso è un loro modo per dimostrare amicizia e affetto. Prendere confidenza con il contatto, in tutte le parti del corpo del cavallo, può solo che migliorare il nostro rapporto con lui.
In ogni caso tirare la coda e vedere se il nostro cavallo ci segue, è un ottimo esercizio per testare il suo livello di opposizione nei nostri confronti ed è uno degli esercizi di guida da terra, che si praticano in questo metodo.

Articolo-tirare-la-coda-1

Praticare questo esercizio, obbliga il cavallo a ragionare con la parte sinistra del cervello, quella razionale.

Qualsiasi cavallo, se preso per la coda senza un’adeguata preparazione, reagirà invece con la parte destra del cervello, quella istintiva e tenterà di liberarsi correndo in avanti e non venendo indietro.

Il concetto in questo esercizio, come negli altri, è quello di insegnare al cavallo a liberarsi dalla pressione, cedendo e non opponendosi.

All’inizio, utilizzo le redini lunghe da terra.

Tiro un po’ la coda e vedo come reagisce il cavallo. Se tenta di fuggire andando avanti, lo blocco con le redini. Tengo la pressione e aspetto. Concedo un po’ di tempo al cavallo per ragionare e perchè trovi da solo la soluzione, per liberarsi dal ‘disturbo’. Dopo alcuni secondi, se il cavallo non ha ancora capito, uso la voce facendo la ‘raganella’ per sollecitarlo. Se ancora non si muove, tiro leggermente le redini, sempre tenendo anche la coda, per incentivarlo ad indietreggiare. Appena il cavallo indietreggia, lascio la coda e lo accarezzo.

Nella seconda fase man mano che il cavallo migliora, tolgo le redini e lo lavoro libero, senza redini lunghe.

Il risultato è quello di ottenere un cavallo rilassato, che indietreggia se tirato per la coda, rispondendo prontamente a un basso livello di trazione.

Articolo-tirare-la-coda-2

Per ottenere questo, nella prima fase è molto importante lasciare immediatamente la coda, al primo tentativo del cavallo di indietreggiare.

Un altro consiglio, è quello di ripetere molte volte con calma e pazienza fino a che il cavallo ha capito il concetto, prima di aumentare i passi e la velocità.

Nella terza fase, quando il cavallo a capito bene, che la soluzione di questo esercizio è indietreggiare, uso uno ‘stick’ per dare ritmo e più velocità di esecuzione. Lo stick si usa dando dei colpetti sul sedere al cavallo mentre teniamo la coda. Più aumenta il ritmo dei colpetti , più velocemente il cavallo dovrà indietreggiare. Ricordiamoci di non esagerare e di premiare sempre il cavallo quando collabora.

Nella quarta fase non servirà più neanche tirare la coda.

Basterà posizionarsi in zona 5 e far indietreggiare il cavallo con il solo uso della voce e dello stick.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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