La doma – Insegnare al puledro ad avere pazienza – VIDEO 2


Finalmente è primavera, è arrivata l’ora di andare al paddock e prelevare i puledri di due anni, incapezzarli, portarli in box e iniziare la doma!

In realtà fargli portare la capezza dovrebbe essere un lavoro che abbiamo già fatto, ma siamo sicuri che sapranno stare legati tranquilli ???

Un puledro che deve iniziare la doma, sarà come un bambino che deve iniziare ad andare a scuola.

Lasciare gli amici e i giochi all’aria aperta per dover stare fermi è concentrati, non è certo quello che cavalli e bambini vorrebbero fare ed è normale che all’inizio non ci sia nessua attenzione e tantomeno pazienza da parte del puledro. Curare questo aspetto però, è necessario per poter iniziare ad insegnare qualcosa.

Per me domare un cavallo non significa solo mettergli una sella in groppa, ma significa occuparsi di lui a 360°, facendogli acquisire delle “buone abitudini” , che lo portino a diventare un compagno fiducioso, affidabile e sereno.

La pazienza è una delle prime cose che insegno a un cavallo.

Molte volte mi è capitato di vedere in qualche manifestazione o in qualche maneggio, cavalli anche adulti, che non sanno stare legati. Cavalli che rampano, che si muovono di continuo, che nitriscono disperatamente, che si impennano, che si grattano su tutto quello che gli è  a portata di mano, che scavano a terra… ecc. ecc.

Sapete qual’è la causa di questi cattivi atteggiamenti ???   Il comportamento dei loro proprietari.

Molte persone sono convinte che se un cavallo è nevrile come carattere o se è di una razza a ‘sangue caldo’ o se ha i moscerini che gli danno fastidio o se è giovane o se… o se… e potrei continuare con molti altri esempi, sia giustificato se si comporta male quando è legato. Personalmente ritengo invece che sia solo una questione di abitudine.

Il fatto è che i puledri sono come i bambini. Un bambino che è subito “soccorso” dai genitori quando fa i capricci e si mette a piangere, diventerà un bambino che fa sempre più capricci, perchè impara che quello è il modo per risolvere tutti i suoi problemi.

Un cavallo legato che viene soccorso dal proprietario, appena si dimostra un pò impaziente, diventerà presto un cavallo che farà  di tutto per non restare legato.

L’impazienza è la conseguenza di un’ aspettativa. Quando ci si aspetta qualcosa si è impazienti, ma quando non ci si aspetta niente, si rimane calmi e tranquilli.

Cosa bisogna fare allora quando un cavallo si comporta male e fa i capricci perchè è legato ???   Ignorarlo!

Bisogna togliere l’aspettativa di soccorso e tutto si metterà a posto in poco tempo.

Tutti i cavalli con cui ho a che fare, quando li metto legati, non sanno mai per quanto tempo dovranno aspettare. Potrebbe essere mezz’ora, tre ore o tutto il giorno. Cerco di non dare dei tempi prestabiliti ma mi regolo in base a come si comportano.

Questa incertezza toglie loro le aspettative e quando si tratta di dover stare legati, in poco tempo capiscono che agitarsi non porta a nessun risultato, quindi tanto vale rimanere tranquilli e risparmiare le energie.

L’errore più comune che fanno solitamente le persone, è quello di lasciare i cavalli poco legati e di non abituarli a casa, prima di portarli fuori da qualche parte.

In questo video ho voluto dimostrare come questa puledra di due anni sia riuscita a capire come stare tranquilla quando è legata.

In pochi giorni ha capito che il problema doveva risolverlo da sola, perchè nessuno sarebbe intervenuto in suo soccorso per slegarla, anche se si agitava. Ha capito che muoversi in giro in giro, le stava procurando solo scomodità avvolgendo la corda e che stare ferma invece le dava sollievo. Si è resa conto che non le succedeva niente di male anche se era legata e che sarebbe stato meglio rilassarsi e approfittare per riposare. Tutto questo senza mai un intervento da parte mia. 

Troppo spesso non lasciamo il tempo sufficiente ai cavalli per capire come risolvere piccoli problemi e non li lasciamo pensare, anticipando e condizionando le loro azioni. Dobbiamo invece fare in modo che azionino il cervello e che passino dall’agire per istinto al ragionare.

L’unica preoccupazione che dobbiamo avere quando lasciamo un cavallo legato, è quella di scegliere un posto sicuro, con un fondo adatto e uno spazio privo di pericoli, dove non ci sia il rischio che si possa fare male. Per il resto, si tratta solo di farlo abituare.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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2 commenti su “La doma – Insegnare al puledro ad avere pazienza – VIDEO

  • Laura

    Ciao Gabriele, grazie per condividere con tutti queste nozioni, le trovo di grande utilità. Ho solo due dubbi sul video/articolo: 1) come legare il cavallo in alto? Cioè, nel caso non fosse possibile si può insegnargli lo stesso legandolo con corda lunga ma a terra? 2) quando scrivi “le stava procurando solo scomodità avvolgendo la corda” vuol dire che le stava procurando fastidio perchè le stringeva il muso? Mi interessa capire queste dinamiche. Grazie
    Laura

    • gabrielecavallin L'autore dell'articolo

      Ciao Laura e grazie per avermi fatto queste domande.

      Se utilizziamo una corda lunga per insegnare al cavallo a stare legato, è sempre meglio fissare l’anello di ancoraggio in alto, sopra alla sua testa.
      Legare il cavallo con una corda lunga a terra, significa esporlo al rischio di infortunio, perché è molto facile che muovendosi o girando su se stesso si ritrovi a essere impigliato nella corda.
      Nel video si vede come il cavallo possa girare liberamente senza impedimenti di pareti vicine o di altri ostacoli.
      L’alternativa è legarlo vicino a una parete o a un muro con una corda più corta ma sempre con un punto di ancoraggio al di sopra del garrese.

      Nel video inoltre si vede che girando la capezza si stringe sul muso, ma non bisogna sottovalutare che il cavallo ha la possibilità di muoversi come vuole e ben presto capisce che girando da una parte stringe e girando dalla parte opposta allenta.
      Il fatto che la stretta aumenti lentamente, gli da il tempo di ragionare e di trovare la soluzione. In ogni caso la capezza viene posizionata in un punto che non possa creare un dolore vero e proprio ma un fastidio.

      Gabriele