Le redini lunghe


Considero le redini lunghe una fra le più versatili attrezzature in ambito equestre, si possono infatti utilizzare per più scopi nell’addestramento e per questo fanno parte dell’equipaggiamento di molte discipline diverse tra di loro.  Dagli attacchi all’alta scuola classica, passando attraverso la monta inglese e quella western, le redini lunghe sono un valido elemento per la formazione del cavallo.

Io personalmente le uso sia per completare la doma dei puledri, sia nell’addestramento da terra dei cavalli adulti.

Nella fase di doma, prima di montare in sella, preferisco iniziare a guidare il cavallo da terra con le redini lunghe. Questo lavoro mi piace perchè mi permette di lavorare in sicurezza e permette di abituare il cavallo all’imboccatura in modo graduale e intuitivo.

Sia con i puledri che con i cavalli adulti, con le redini lunghe utilizzo sempre una  filetto liscio a “ D “ o ad anelli e mai un morso. Questa decisione dipende principalmente dal fatto che non voglio mettere troppo freno sulla bocca del cavallo. Dobbiamo considerare che non potendo utilizzare le gambe per spingere il cavallo in avanti, è importante che esso trovi piuttosto semplice poter avanzare anche se spronato solo con la voce o con qualche colpetto dato dalle redini lunghe stesse.

Con i puledri preferisco non utilizzare fruste, perchè trovandomi a guidare in ZONA 5, dietro al posteriore del cavallo, voglio che si abitui alla mia presenza in quella zona, senza fargli avere preoccupazioni.

(Conosci le zone del cavallo per il lavoro da terra???  Clicca qui per scoprire quali sono)

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Anche se il puledro sa già portare la sella, preferisco usare questa attrezzatura con un fascione da lavoro o a cavallo svestito, per poter avere uno spazio più ampio d’azione senza passare attraverso le staffe. Per i poco esperti, l’ideale è un fascione da lavoro con gli anelli laterali, che permette di non far toccare le redini a terra e le mantiene all’altezza giusta.

Come dicevo prima, con questa attrezzatura il puledro impara ad accettare l’imboccatura e i rudimenti dei comandi con le redini. Una redine diretta per girare a destra o a sinistra e due redini dirette per fermarsi e indietreggiare di qualche passo. Questo apprendimento risulta per il cavallo più semplice di quando è montato, perchè essendo guidato da terra, le redini lunghe delimitano una sorta di binario laterle intorno a lui che lo facilità a intuire la via giusta da seguire per girare e per cedere alla pressione.

Per quanto riguarda la monta western, ricordiamo di non lavorare sempre “in appoggio“ con il cavallo ma di allentare la pressione del filetto, quando il cavallo esegue correttamente.

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Il lavoro da fare con i puledri e quello di guidarli stando dietro a loro, facendoli avanzare con passo deciso. Gli si insegna ad avanzare il linea retta, a girare a destra e a sinistra, a fermarsi e a indietreggiare. Con le redini lunghe il puledro impara anche i comandi vocali e una volta che dimostra di aver appreso il tutto al passo, si può procedere al trotto e vi garantisco che seguire i cavalli al trotto è un ottimo modo per tenersi in forma!

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Con i cavalli adulti invece, mi piace usare le redini lunghe per insegnare loro due cose in particolare: l’appoggiata e la flessione in circolo.

Molte delle manovre che pratico, le insegno prima da terra, perchè ritengo che questo sia un modo per preparare sia fisicamente che mentalmente il cavallo ad eseguirle con più facilità quando è montato. Una di queste è l’appoggiata.

Sfrutto le redini lungo i fianchi per contenere il cavallo e per creargli una sorta di pista da seguire. Se devo eseguire un’appoggita per esempio a sinistra, oltre a fare un pò di pressione con due redini dirette per indurre il cavallo a riunirsi, scuoto con dei colpetti la redine destra lungo il suo fianco per incentivarlo a spostarsi lateralmente a sinistra.

Con i cavalli adulti per questo esercizio uso anche lo stick, sia per rinforzare il movimento in avanti sia per rinforzare l’azione della redine sui fianchi.

Bisogna insegnare al cavallo prima il concetto della manovra, premiandolo ad ogni piccolo tentativo di spostamento laterale e poi si possono gradualmente aumentare i passi.

Il lavoro per l’appoggiata è quindi quello di guidare il cavallo in linea retta stando dietro a lui, prendere contatto con due redini dirette e con la redine lunga esterna chiedere lo spostamento laterale. Spostare il cavallo di qualche passo lateralmente, facendo attenzione a non fermare o rallentare il suo avanzamento e una volta eseguito, continuare di nuovo in linea retta.

( Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche cliccando qui l’articolo ‘Lateral work for horses’ )

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La flessione in circolo è un esercizio da insegnare a livello avanzato, in quanto è molto impegnativo per il cavallo. Si tratta di far avanzare il cavallo al galoppo in circolo, trattenendolo con le redini lunghe. La redine lunga esterna deve passare lungo il fianco e dietro al posteriore del cavallo, mentre quella interna deve aprirsi molto per indicare la mano del circolo da eseguire.

Il cavallo per poter mantenere il galoppo, considerate le dimensioni ridotte del cerchio, dovrà flettersi e portare la falcata molto sotto di sè, riunendosi in maniera naturale.

Questo lavoro, se fatto bene, oltre a essere un ottimo esercizio per la schiena, serve anche per abituare i cavalli a vincere la sensazione di claustrofobia che istintivamente hanno e risulta essere un buon rimedio rieducativo per alcuni soggetti.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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